friuli

Il sito, ampio circa 3000 metri quadrati, è segnalato già dal conte Giuseppe di Ragogna alla metà del secolo scorso (di Ragogna 1954, p. 31) ed è stato oggetto da allora di ripetuti sopralluoghi, recuperi, raccolte.
Presso il Museo di San Vito sono presenti materiali provenienti in particolare dai recuperi di Pietro Ceolin negli anni 1950-1970 e di Giuseppe Cordenos (1991-1993).
Gli affioramenti comprendono, oltre ad abbondanti laterizi, anforacei, ceramica, anche materiali di particolare pregio come crustae marmoree, tessere in pasta vitrea anche con foglia d’oro, tracce di intonaco dipinto, una base modanata in pietra d’Istria; l’abbondante instrumentum metallico – solo in minima parte documentato nel materiale confluito presso il Museo di San Vito – comprende un campanello ed elementi di chiave, ed un elemento ben più raro nel territorio in esame come un manico di specchio (Destefanis 1999).
Si segnalano inoltre un frammento di braccialetto in pasta vitrea ed un frammento di fondo ad anello in ceramica grigia con sulla superficie interna l’incisione epigrafica PVLIVS (111.658).
In base al materiale rinvenuto il sito è interpretabile come una villa rustica di particolare livello economico, attiva probabilmente almeno tra l’età augustea e l’età costantiniana.

Fonte:
Giovanni Tasca, Schede dei siti documentati nel catalogo, in Metalli antichi del Museo di San Vito al Tagliamento: l’età romana e altomedievale, di Annalisa Giovannini, Giovanni Tasca, pp. 256 San Vito al Tagliamento.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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