Si tratta di un antico tumulo, allo stato attuale conservato solo parzialmente a causa di lavori di sbancamento effettuati negli anni Ottanta del XX secolo per guadagnare terreno coltivabile.
Al tempo delle ricognizioni del Quarina, negli anni precedenti la II Guerra Mondiale, la struttura si presentava di forma mammellonare, con una base di m 19 x 21 e un elevato di m 2,5 rispetto al piano di campagna; lo studioso riteneva che fosse stata già violata (QUARINA 1943, p. 85).
Rispetto alle foto dell’epoca, al di là dell’intervento archeologico, l’intera area si è mantenuta sostanzialmente intatta, priva di vegetazione ad alto fusto e tale da permettere di distinguere anche da lontano il profilo della tomba.
Durante il conflitto mondiale i Tedeschi scavarono sulla sommità centrale per collocare un piccolo bunker, cosicché alla fine degli anni ’70 il tumulo si presentava come “un piccolo vulcano” (ELLERO 1979, pp. 31-33).
Successivamente, in seguito al blocco dei lavori di sbancamento operato dal comune di Campoformido, nel 1986 la Soprintendenza fece compiere uno scavo di emergenza. Fu tracciata una trincea longitudinale E-O per permettere la lettura della stratigrafia e l’accesso al nucleo centrale della struttura.
Al di sotto di una serie alternata di falde di ghiaia e terra di riporto, si rinvenne una sorta di cupola circolare di grossi ciottoli, alta circa 1 metro e con un diametro di 6 metri. I ciottoli erano accuratamente disposti nei due ordini inferiori, caoticamente nella parte superiore. Al centro della struttura, ove si doveva trovare probabilmente la cassa lignea (di cui però non si è conservato alcun elemento), vennero rinvenuti i resti di un inumato, il teschio e parte del torace, probabilmente deposto in posizione supina. Sulle ossa toraciche vi erano tracce di minerali di rame, indizio della presenza di un probabile oggetto di metallo, forse un’arma di corredo, non conservatosi.
In base alla tipologia, la struttura si può datare forse al Bronzo Medio. Nell’area furono rinvenuti frammenti fittili attribuibili all’ultima fase del Bronzo Finale e al passaggio all’età del Ferro (XI-X sec. a.C.), segno che il sito venne frequentato anche in epoca successiva. Il tumulo risultava violato già forse in epoca romana. La parte superstite della struttura è attualmente vincolata ai sensi della legge 431 del 1985, in attesa di una eventuale ricostruzione (VITRI 1987, cc. 356-8, fig. 1; 1991, p. 128, fig. 8).

Bibliografia:
Càssola Guida, Corazza 2002, p. 53; Ellero 1979, pp.31-33; Quarina 1943, p. 85; Vitri 1987, cc. 356-8; Vitri 1991A, p. 128; Vitri 1991, p. 128.

Fonte:
DVD – Terra di Castellieri – Archeologia e Territorio nel Medio Friuli – Sezione B – L’età protostorica – SIAE – cre@ttiva 2004

Vedi anche: https://www.protostoriainfriuli.it/siti/tombe-di-cjampfuarmit/

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza