La più importante dal punto di vista storico e anche la più antica è la chiesetta della Santissima Trinità.
La sua origine è molto incerta: probabilmente fu eretta sopra le rovine di un tempietto romano dedicato al dio celtico Beleno. La chiesa è citata nei documenti a partire dal 1500, anche se la campana che ne sovrasta la facciata testimonia della sua esistenza fin da un’epoca ben anteriore: infatti porta impressa la data 1287, che la rende la campana più vecchia di tutta la provincia. A conferma della vetustà dell’edificio un aiuto viene dal materiale di riempimento ritrovato intorno all’altare, resti un affresco absidale databile al 1200-1300.
Durante i lavori di ristrutturazione della chiesetta, avvenuti nel 1989, oltre a questi frammenti sono stati ritrovati i resti di un tempietto databile al VII secolo d.C. e di una necropoli anticamente annessa che risale al periodo longobardo.
Al di sotto della pavimentazione moderna (a 10 cm di profondità) vennero in luce muri di fondazione in ciottoli e malta, successivamente rasati, e un pavimento in cocciopesto dipinto di rosso.
Le indagini archeologiche consentirono, inoltre, di individuare anche un’area sepolcrale, di cui si misero in luce cinque tombe, tutte ad inumazione e in semplice fossa terragna, orientate in senso est-ovest. Tra queste, vanno segnalate la tomba 2, riferibile ad un individuo adulto di sesso maschile, con due coltellini in ferro come corredo, e la tomba 4, relativa ad una fanciulla, con un orecchino in argento deposto presso la testa.
Nella zona circostante, vennero invece rinvenuti, nel 1984, dei frammenti fittili di epoca romana; pure di epoca romana sono i laterizi murati nell’angolo occidentale della chiesa moderna.
In precedenza la chiesetta era intitolata ai Santi aquileiesi Canzio, Canziano e Canzianilla, poi modificata perché luogo di riunione della confraternita della Santissima.

Info: per visite, tel. 0432 917683.

Vicino alla chiesa parrocchiale di San Martino sorge il campanile edificato nei primi anni del 1600 in sopraelevazione di una torre medievale. E’ di pianta quadrata, rialzata, in muratura e termina con una cella campanaria traforata e bifora contornata da pietre e coperta da un tetto quadrangolare a falde costituito da tegole laterizie poste su un’orditura lignea.

Santuario della Beata Vergine di Screncis. Non è possibile stabilire con certezza quando e come abbia avuto origine: le prime notizie scritte risalgono al 1400, ma risale probabilmente a periodi precedenti. La tradizione vuole che nel luogo ove ora si trova il Santuario della Beata Vergine esistesse un infossamento del terreno dove un pastore, mentre sorvegliava il gregge, scorse mezza nascosta l’immagine della Madonna col Bambino: raccontò il fatto in paese e l’immagine venne portata nella chiesa parrocchiale, ma il giorno dopo fu trovata esattamente nel luogo in cui era stata scoperta; venne allora portata nella chiesetta della Santissima Trinità, ma anche in questo caso la cosa si ripeté.
Allora in quella località venne innalzato un capitello e successivamente una piccola cappella ampliata nel 1770. Durante gli scavi qui condotti nel 1857 si ritrovarono numerose ossa umane, forse una delle testimonianze delle battaglie che funestavano il Friuli. Si può dedurre che si sia approfittato dell’infossamento già esistente per seppellirvi i morti.
Incerta è anche l’origine del nome della località SCRENCIS (anticamente SCHRENGIS oppure SCHRENCHIS). Una prima sostiene che derivi dallo slavo SKITI o SKRINJA, che significano rispettivamente “nascondere” e “cassetta o scrigno”, ed alluderebbe al miracoloso ritrovamento. La seconda ipotesi suppone che Screncis derivi dal gallico CRENNO, che significa “albero” ed indicherebbe l’esistenza di un villaggio poi scomparso, del quale però non esistono attestazioni. Nel corso del secolo scorso il santuario ha assunto l’aspetto attuale.
L’edificio è il frutto dell’attività di tutti gli abitanti dei paesi limitrofi e per questo motivo ogni anno, dall’8 al 15 settembre, in questo santuario vengono ospitate tutte le parrocchie della foranìa di Codroipo. Il quadro della Madonna, motivo della devozione di tante persone, non ha alcun pregio artistico; è in legno dipinto a colori naturali e raffigura la Madonna che con la sinistra sostiene ai fianchi il Bambino e con la destra ne avvolge i piedini.
Durante l’assedio di Vienna del 1683 da parte dei Turchi, Bertiolo divenne un accampamento militare turco: alla fine del secolo scorso è stata rinvenuta una necropoli di discrete proporzioni alla profondità di un metro circa, dove si distinguevano ancora residui di calce viva: vi si trovarono corti pugnali e stiletti posti sotto la tibia della gamba sinistra delle salme, tipici nella sepolture dei soldati turchi; ciondoli con la mezzaluna e monete d’oro.

La chiesa di San Gerolamo di Sterpo ha oltre mezzo millennio di storia. La sua consacrazione risale al 30 settembre di non precisabile anno tra il 1480 e il 1489. Dopo diverse vicissitudini il conte Francesco di Colloredo, portando la sua residenza a Sterpo, fece ristrutturare il fabbricato della Chiesa riproponendolo nello stile neoclassico del tempo, quello che oggi possiamo vedere, e provvide anche alle esigenze del servizio religioso.
A Sterpo, esempio di architettura di borgo agricolo con le case disposte ad arco l’una dì seguito all’altra, è situata villa Venier, che sorge nel luogo in cui Martino Della Torre, della famiglia che prima ebbe in feudo il territorio, fece costruire un castello fortificato. Nel corso dei secoli la costruzione ha subito molteplici vicissitudini legate ai signori che la ebbero in proprietà. Ora la villa, dopo numerosi restauri, è visitabile.

Fonte: sito internet Comune di Bertiolo.

Bibliografia:
– P. Maggi, Presenze romane nel territorio del Medio Friuli n. 10 Bertiolo, pp. 54-55.

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza