Uno studio realizzato sui documenti della Parrocchia ha permesso di accertare l’esistenza di “San Zorz” nel 1504.
L’edificio fu demolito una prima volta nel 1822, perché profanato da soldati austriaci e napoleonici, riedificato dopo il 1827, fu raso al suolo nel 1930.
Nel 1980 alcuni volontari locali intervennero contro il degrado dell’area e nel 2002 sul sito fu eretto un altare.
Nel 2010, una tomografia elettrica evidenziò anomalie interessanti ed un anno dopo, la Soprintendenza archeologica individuò in due trincee, nell’area centrale, una struttura pirotecnologica in muratura con varie interpretazioni.
La prima campagna di scavi si è svolta nell’estate 2012 e ha interessato l’intera zona absidale e poco più della metà del settore occupato dall’aula della chiesa ottocentesca, consentendo di rilevare una serie di evidenze strutturali, alcune delle quali identificabili solo in negativo. Il primo impianto dell’abside poligonale, di cui si conservano solo in minima parte gli alzati, rimanda alla tipologia diffusa a partire dal XV secolo. Tracce attendibili ed evidenti di un precedente assetto con sviluppo diverso sono rappresentate da un lacerto murario rilevato all’interno dell’abside e da una struttura in muratura – interpretata come sepoltura (non utilizzata o svuotata), su cui l’abside attuale risulta impostata. Al XV-XVI secolo pare riferibile un ambiente a pianta sub quadrangolare che si sviluppa a nord dell’abside, completamente rasato.
Si è recuperato un enorme quantitativo di materiali, che portano ad inquadrare la frequentazione/occupazione del sito tra la fine del I a.C. e la prima metà del XIX secolo, senza soluzione di continuità.
La seconda campagna di scavi si è svolta nell’estate 2013; le indagini si sono concentrate sulla zona absidale, sull’intero settore occupato dall’aula della chiesa ottocentesca e su una piccola porzione dell’area immediatamente a nord dell’aula stessa.
E’ stato possibile riconoscere il primo impianto della chiesetta, grazie all’individuazione di un’abside semicircolare, spoliata, localizzata nel settore est, all’interno della più recente struttura religiosa. Le sue dimensioni e il rinvenimento di un frammento lapideo decorato con intreccio trivimineo ne suggerivano una datazione all’VIII-IX secolo d.C. La presenza di un successivo edificio di culto era indiziata dal rinvenimento, sempre nel settore di levante, di un’altra abside semicircolare, rasata, su cui venne impostato il muro orientale della chiesa di XV-XVI secolo: se ne ipotizzava un orizzonte cronologico di XIII-XIV secolo, a fronte del ritrovamento, nel terreno di riporto predisposto per la sua costruzione, di un denaro crociato emesso tra 1183 e 1259. La pulizia dell’abside cinquecentesca ha inoltre consentito di rilevare la traccia di un muro completamente spoliato con andamento N-S e un piano orizzontale ricco di malta ad esso riferibile, ben al di sotto dell’abside più antica.
Nell’aula lo svuotamento delle fosse già spoliate in fase post antica e riempite con materiale di risulta ha portato al recupero di lacerti di affreschi riconducibili a differenti cicli decorativi: i più antichi sembrerebbero afferenti alla chiesa di VIII-IX secolo.
Nel settore centro-occidentale è stata ricostruita l’esistenza di un muro con andamento N-S, forse pertinente ad un edificio di culto realizzato cronologicamente tra la chiesa di XIII secolo e la struttura di XV-XVI secolo.
Nella parte occidentale dell’aula, l’asportazione del terreno di riporto predisposto per la chiesa di XIII secolo ha portato all’individuazione di alcune buche circolari, contenenti frammenti ceramici e scorie di ferro, che portavano a supporre una modesta attività di lavorazione dei metalli.
A ridosso dell’edificio cultuale, verso nord, grande interesse ha rivestito la scoperta di una fornace circolare per calce. La struttura presentava un diametro di circa 3 m. L’apertura di una trincea al suo interno ha permesso di intercettare una sepoltura ad inumazione, successiva alla defunzionalizzazione della fornace. L’individuo di sesso femminile e di età stimata intorno a 35-40 anni, era stato deposto con orientamento est-ovest e dotato di corredo funerario costituito da ciotola in ceramica grezza, inquadrata nel VI-VII secolo d.C.. Altre due sepolture sono state localizzate all’esterno dell’edificio ottocentesco lungo il lato occidentale: nella prima l’individuo, di sesso maschile, era in giacitura primaria. Orientato est-ovest, non disponeva di materiali di corredo. Il secondo individuo si trovava in giacitura secondaria.
La terza campagna di scavi, concentrata nel settore settentrionale del sito, si è svolta nell’estate 2014. A est, immediatamente a ridosso dell’abside, è stato aperto il Saggio 1, per verificare tanto l’eventuale continuazione di un piano pavimentale con abbondanti residui di malta individuato all’interno dell’abside stessa, quanto la prosecuzione di una traccia in negativo con andamento semicircolare, anch’essa già rilevata all’interno dell’abside e cronologicamente ascrivibile alle fasi più antiche del sito.
Lo scavo ha consentito di accertare l’esistenza delle due unità stratigrafiche.
Nel settore centrale le indagini si sono concentrate sullo scavo stratigrafico della fornace. La struttura, a pianta circolare, presentava superiormente un diametro max di circa 3 m, che si riduceva a 1,80 m circa ad una quota di 0,70/0,60 m dall’attuale piano di campagna. Le pareti conservate risultavano realizzate con filari di ciottoli fluviali privi di legante, mentre nella parte inferiore erano state utilizzate anche numerose pietre sbozzate, sempre senza uso di malta o argilla. La fornace, conservata per 1,70/1,80 m rispetto al moderno piano di calpestio, risultava costruita contro terra nella sua parte inferiore, caratterizzata dall’abbondante presenza di carbone e cenere, depositati anche sulle pareti e particolarmente abbondanti sul fondo. Sempre sulle pareti si conservavano tracce di calce, da ritenersi residui delle attività di cottura; grumi di terreno limo-argilloso rubefatto e concotto erano inoltre visibili nella parte superiore della struttura e lungo le sue pareti. Il fondo, suborizzontale, era composto da scaglie di pietra e piccoli ciottoli. Il materiale ributtato all’interno dell’impianto fornacale era rappresentato da ciottoli, in parte pertinenti al crollo delle pareti della fornace stessa, in parte da collegare ad un livellamento dell’area, forse in occasione della deposizione della Tomba 1 sopra la fornace stessa già defunzionalizzata. Un terzo gruppo di materiali, costituito da sassi calcificati e parzialmente sfaldati a ridosso del bordo della fornace, rappresentava parte di un carico non svuotato della struttura.
È stata scoperta anche una sepoltura ad inumazione (Tomba 4), collocata immediatamente a sud/ovest della Tomba 1, sempre posizionata in corrispondenza della fornace ormai in disuso. Il corpo, in giacitura primaria, era riferibile ad un giovane individuo orientato est-ovest. Non sono stati individuati oggetti di corredo. Lo scavo ha consentito di documentare la presenza di una sorta di recinto funerario in ciottoli privi di legante, conservati per due filari e disposti a “U” intorno alle due deposizioni.
Nel settore nord-occidentale si è scesi per una profondità di circa 0,30 m lungo il perimetrale della chiesa. Non sono state scoperte evidenze strutturali, ma è stata localizzata una zona di particolare concentrazione di scorie di lavorazione dei metalli (circa 10 kg), da collegare ad un’attività metallurgica in loco, forse connessa con la stessa fornace per calce.
La campagna 2017 ha consentito di ricostruire, grazie alla scoperta di 2 sepolture a sud-est della fornace di calce (Tb6 e Tb10), l’estensione della piccola necropoli individuata nel 2016 intorno alla calcara e sopra di essa dopo la sua defunzionalizzazione. Le due deposizioni, sempre in fossa terragna con delimitazione in ciottoli, riprendevano l’orientamento delle 3 tombe già scavate; è probabile che anche T12, inumato adulto messo in luce a ovest della fornace, facesse parte di questo contesto funerario. Per quanto concerne l’inquadramento cronologico del sepolcreto, si riteneva che fosse entrato in uso quando nel sito era già sorto un primo edificio di culto, intorno al quale vennero sepolti gli abitanti del piccolo insediamento. In considerazione dei risultati del C14, una delle deposizioni è stata datata verso la fine del IX secolo.
All’interno dell’aula di XII-XIII secolo è proseguita l’asportazione del terreno di riporto, di cui si è confermata una sequenza di stesure diverse; ciò ha portato all’individuazione di altre buche, anche con fondo coperto da carboni, da mettere in relazione con la struttura pirotecnologica individuata nel 2016.
Come dimostrato dalle fosse di fondazione dei diversi edifici, la chiesa venne ampliata in più fasi: per ognuna delle nuove chiese costruite vennero utilizzati i materiali edilizi già impiegati nelle precedenti. Si suppone che, dopo la chiesa di IX-X secolo, una nuova struttura cultuale, sempre con abside semicircolare, fosse stata edificata nel XII-XIII secolo; ad essa fece seguito un nuovo luogo di culto ampliato nel XV-XVI secolo, caratterizzato da abside poligonale e piccola sacrestia, successivamente demolita. Nel tempo, l’abside subì numerosi interventi di restauro e consolidamento, riconoscibili grazie alla lettura delle differenti tecniche di costruzione degli alzati.
Sui resti dell’aula cinquecentesca vennero impostate la chiesa ottocentesca e l’avvio del recupero dell’edificio di culto nella prima metà del Novecento, mai completato.
La campagna 2017 si è caratterizza per il ritrovamento di numerose sepolture di infanti localizzate immediatamente a contatto con le fosse di fondazione della chiesa di XII-XIII secolo.

Bibliografia:
www.fastionline.org

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
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