Il patrimonio epigrafico aquileiese è uno dei più ricchi ed importanti del mondo romano. Al suo interno è possibile individuare un ampio corpus di iscrizioni cristiane, la cui esatta entità è ancora in via di definizione, ma che sembra aggirarsi attorno alle 700 unità, collocandosi in Italia al terzo posto dopo quelli di Roma e di Siracusa.
Data la ricchezza di tale materiale, non sorprende trovare al suo interno varie inscrizioni che hanno come protagoniste figure femminili, diverse per età, status sociale e storie di vita.
Si tratta soprattutto di epigrafi di carattere funerario, provenienti dai cimiteri sub divo sorti attorno alla cinta muraria tardoantica del centro alto adriatico, spesso in associazione con edifici di culto. Interventi post-antichi e moderni hanno fortemente compromesso la conservazione di queste aree e hanno fatto sì che nella maggior parte dei casi tali iscrizioni non possano essere attribuite ad una sepoltura precisa, studiate accanto a dei resti ossei o messe in relazione ad un corredo, per quanto modesto.
Ciononostante le informazioni restituite dagli epitaffi sono molto numerose e, anche attraverso il confronto con epigrafi provenienti da altri centri e con fonti letterarie, permettono di ricostruire varie sfaccettature della vita femminile nel IV-V sec.
In occasione della giornata internazionale della donna, dunque, si è proposta una selezione di documenti che, partendo dall’infanzia fino a giungere agli anni della vecchiaia, mette in luce i rapporti di bambine, ragazze e donne adulte nell’ambito della propria famiglia e della comunità cristiana aquileiese.
La disamina ha preso il via dall’iscrizione funeraria della piccola Iulia Gaudentia, alumna di poco più di quattro anni, originaria di un centro diverso da Aquileia, cresciuta come una figlia naturale dai suoi nutriciones, i suoi genitori adottivi.
L’epitaffio della sedicenne Aurelia Maria, morta dopo appena venticinque giorni di fidanzamento, ha dato lo spunto per approfondire questo istituto all’interno del mondo cristiano; esso era formalizzato da un rito di benedizione presieduto dal vescovo mediante il quale era quasi assimilato al matrimonio stesso.
I dati desunti dalle epigrafi di Aurelia Isevera, Verissima, Valentiniana (vedi imm.) e Sabiniana hanno permesso di delineare i costumi matrimoniali dell’epoca e la rappresentazione della donna in quanto moglie fedele e madre di una prole numerosa.
Ne è emersa l’immagine di giovani che si sposavano in età molto precoci rispetto agli standard attuali, generalmente attorno ai vent’anni, ma con anche la testimonianza di un matrimonio celebrato quando la ragazza coinvolta aveva poco più di dodici anni.
I frammenti di un’iscrizione funeraria aquileiese e di un graffito devozionale da San Canzian d’Isonzo sono stati l’occasione per affrontare lo status di vedova, talvolta legato ad una vera e propria scelta di vita ed alla volontà di rimanere fedele in eterno ad un unico marito: per questo il termine è sempre accompagnato da una sfumatura di lode.
È seguita l’esposizione di alcuni epitaffi che attestano dei rapporti familiari documentati meno di frequente dalle fonti epigrafiche, come quello tra le sorelle Aurelia Silvina e Iulia, tra la zia paterna Istercoria ed il nipote Sabinus e tra un’anonima nonna e la nipotina di due anni di nome Ortata.
Allargando lo sguardo alla familia servile, è stata richiamata la figura dell’anonima domina di Iustus e ci si è domandati se anche Flavia Leonia potesse aver allevato i suoi alumni Martinus e Senea come schiavi, magari manomettendoli in un secondo momento.
Per concludere, ci si è soffermati sull’immagine della donna nei graffiti che spesso accompagnano le iscrizioni aquileiesi, dove lei appare quasi sempre come orante ormai partecipe della beatitudine. Tra di loro, si è analizzata in particolare la raffigurazione di Maxentia, resa nei due momenti sentiti come maggiormente rappresentativi della sua vita terrena ed ultraterrena: la maternità e la partecipazione alla salvezza celeste.

Vedi videoconferenza sul tema del 8 marzo 2023: https://youtu.be/aR0wrhYtTHw

Autore: Francesca Beltrame

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza