Tra la fine del 1976 e l’inizio del 1977, nell’area fu condotto uno scavo di emergenza da parte della Soprintendenza archeologica, determinato da lavori di sbancamento, in zona agricola, di un terreno che risultava sopraelevato di circa 1 m rispetto alle zone circostanti. Al momento della segnalazione il livellamento era stato pressocchè ultimato, determinando la dispersione di buona parte del materiale e la conseguente perdita di molti dati. Lo scavo mise in evidenza i resti di un edificio di notevoli dimensioni, del quale si conservavano solo le fondazioni, riferibili a tre fasi edilizie.
I FASE. Sono riferibili a questa fase alcuni vani, piuttosto grandi (dimensioni max 6,5 x 4,5 m) e con il medesimo orientamento. Alla stessa fase sono stati attribuiti due lunghi muri paralleli, che forse delimitavano delle probabili aree aperte. All’estremità meridionale del complesso sono stati rinvenuti due vani pavimentati a mosaico, interpretati come torcularia. Incerta è l’attribuzione a questa fase di un pozzo, all’interno del quale è stato rinvenuto del materiale che permette di fissarne l’abbandono ad un periodo posteriore alla fine del IV sec. d.C.
II FASE. A questa fase sono riferibili alcuni muri realizzati con una tecnica costruttiva diversa (tegole e mattoni disposti di taglio). La ristrutturazione interessò alcune parti dell’edificio e comportò la costruzione di un lungo muro che delimita il complesso lungo il lato settentrionale.
III FASE. La terza fase avrebbe interessato esclusivamente la parte più settentrionale dell’edificio, dove la costruzione di un nuovo gruppo di ambienti avrebbe cancellato le strutture più antiche. Nel 1984 A. Tagliaferri individuò sul luogo dello scavo, ormai coperto, la presenza di una notevole quantità di reperti sparsi. Nel 1993, invece, non fu possibile accedere all’area.

I resti sono riferibili a una villa rustica, il cui orientamento ricalca esattamente quello della centuriazione dell’agro aquileiese. Il rinvenimento di numerosi frammenti architettonici e decorativi comprova l’esistenza di un settore residenziale, sebbene il pessimo stato di conservazione delle strutture non ne consenta la localizzazione precisa.
Reperti sporadici attestano la frequentazione del sito già in età preromana, ma la prima fase edilizia è stata datata al I sec. a.C. Il periodo di maggior espansione corrisponderebbe alla prima metà del I sec. d.C., mentre durante il secolo successivo vi sarebbe stato un declino o, forse, il totale abbandono della villa.
La terza fase è stata fatta corrispondere ad un periodo di parziale riutilizzo, compreso tra il IV e parte del V sec. d.C.
In corso di scavo sono stati rinvenuti rari frammenti ceramici databili al XVI sec. d.C.

Bibliografia:
– Tagliaferri A., Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca archeologica per la storia, Pordenone 1986, 3
– Strazzulla Rusconi M.J./ Zaccaria C., Spunti per un’indagine sugli insediamenti rustici di età romana nel territorio aquileiese, in Problemi storici ed archeologici dell’Italia nordorientale e delle regioni limitrofe dalla preistoria al medioevo. Incontro di studio, Trieste 28 – 30 ottobre 1982 (Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste. Quaderni 13,2), Trieste 1984, 13, 2
– Strazzulla Rusconi M.J., Scavo di una villa rustica a Ioannis (Udine), in Aquileia Nostra, Padova 1979, L

Fonte: https://patrimonioculturale.regione.fvg.it

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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