Il significato del toponimo, documentato in passato anche nella forma Montenario, non è certo: accanto alla derivazione da Montanarius, abitante di montagna, comunemente proposta, pare piuttosto vada valorizzata la finale “-ars”, presente in altri toponimi (Gon-ars, Beiv-ars, Rutt-ars) e parrebbe stare ad indicare una arimannia longobarda, forse di montagna, contrapposta a quella di Artegna posta in valle. Questa arimannia poteva senz’altro trovarsi nella frazione di Plazzaris, dove si trova traccia di una dedicazione all’Arcangelo Michele.
Infatti, effettuando uno scavo preliminare a ridosso di un pendio, sono venuti recentemente alla luce i resti del muro perimetrale della chiesa di S. Michele Arcangelo preesistente al terremoto del 1976 e lacerti di un pavimento.
Il muro ed il pavimento rimessi in luce appartengono ad un edificio dedicato formalmente ai S.S. Vincenzo e Sebastiano, eretto nel 1804 sullo stesso luogo di una precedente chiesetta del 1709 intitolata al solo S. Sebastiano. Ma gli studiosi suppongono che entro il medesimo perimetro sorgessero in precedenza un sacello di fondazione longobarda dedicato a S. Michele Arcangelo, una cappella del 1300-1400 dedicata sempre a S. Michele e forse anche un ospizio per i pellegrini ai tempi delle Crociate intitolato a S. Sebastiano.
Ad ogni modo, fu proprio il terremoto del 1976 a ridurla in macerie e da allora il luogo era rimasto abbandonato ed oltre alle macerie era anche stato coperto dalla natura. Con l’intervento degli Alpini, il contributo ed il sostegno dell’amministrazione comunale e della parrocchia, la chiesetta è stata ricostruita.
A parte questa stratificazione di edifici e questo avvicendarsi di titolazioni (gli abitanti di Plazzaris celebrano da sempre solo la festività di S. Michele il 29 settembre), il luogo è particolarmente interessante perché nelle vicinanze è stata rinvenuta una tomba longobarda contenente uno scudo e varie suppellettili. E Plazzaris è stata sede certa di una fara, comunità longobarda.
Attualmente, una effige raffigurante S. Michele Arcangelo posta in una nicchia in un grande muro di pietra ci ricorda che qui, proprio sopra un terrapieno che si raggiunge con dei gradini, sorgeva la chiesetta di S.Michele. Infatti sopra la scalinata, dove una piccola campana sta a ricordare la posizione dov’era situata la piccola cappella di San Michele, si celebra la Messa.

Il muro rinvenuto.
Lo scorso agosto, durante i lavori di scavo per la costruzione di un muretto in pietra a secco nell’ambito del cantiere avviato dall’Ecomuseo delle Acque sul sito dell’ex chiesetta di Borgo Plazzaris a Montenars, sono venuti alla luce e ripuliti i resti del muro perimetrale nord dell’antico edificio di culto, il cui ultimo rifacimento risale al XIX secolo (non vi sono dati certi sull’impianto originario, con ogni probabilità altomedievale). Di nuovo c’è che la muratura, costituita da conci di pietra legati da malta, è stata oggetto di un sopralluogo effettuato dall’archeologa Angela Borzacconi, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Ne è seguita una comunicazione, trasmessa al Comune, alla Forania di Gemona, al Gruppo Alpini di Artegna-Montenars e all’Ecomuseo, con cui la Soprintendenza chiede «di non effettuare interventi che possano intaccare e compromettere l’integrità del manufatto portato in luce, anche nella prospettiva di programmare sondaggi esplorativi nell’ambito in questione».
«È ciò che rimane di quella che era la chiesetta intitolata ufficialmente ai Santi Vincenzo e Sebastiano, eretta fra il 1798 e il 1804 dalla popolazione locale; era lunga 12 m e larga 6, di stile goticheggiante, con un’aula lunga internamente 4,50 m e larga 5, un presbiterio e un’abside a tre facciate leggermente sopraelevati, una celletta campanaria cuspidata che, con soluzione molto originale, si ergeva sul lato sud all’attacco dell’abside.
All’interno c’era un solo altare con una pala raffigurante la Madonna della Rosa fra i Santi Vincenzo e Sebastiano, dipinta dal pittore tarcentino Carlo Boldi. Alla sinistra dell’altare era collocata un’altra pala raffigurante San Sebastiano.
L’edificio era stato restaurato nel 1914, come avverte un cartiglio in marmo originariamente murato alla sommità della porta di ingresso e ora affisso alla parete sud del sacello attualmente esistente, edificato dal Gruppo Alpini di Artegna-Montenars nel 2014.
Precedentemente al 1804 sullo stesso sito sorgeva una chiesetta di San Sebastiano più piccola, eretta nel 1709».
(Romeo Crapiz, “Plazzariis-Plaçaries. Noterelle storiche”)

Info: 338 7187227

Fonte: Ecomuseo delle Acque – info@ecomuseodelleacque.it, 19 ott 2018

Periodo Storico: Longobardi
Localizzazione Geografica
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